AGRICOLTURA E BIODIVERSITA’

“Conservare la natura partendo proprio dalla protezione degli uccelli e dei loro habitat” è uno degli scopi della LIPU che in questi ultimi anni è impegnata  anche sul fronte dell’agricoltura sostenibile sia a livello europeo che  nazionale.

L’agricoltura è il più grande fattore che influenza il paesaggio italiano infatti oltre il 60% del territorio è destinato alle pratiche agricole.

La sostenibilità ecologica delle diverse pratiche agricole può essere misurata determinando la varietà delle forme viventi, animali e vegetali, e degli habitat presenti negli ambienti dove tali pratiche hanno luogo. La biodiversità è in declino in vaste aree agricole in Italia e in Europa e quindi si può affermare che molte pratiche agricole sono ecologicamente insostenibili.

Da 30 anni, le popolazioni di uccelli degli ambienti agricoli sono in forte diminuzione, il 60% delle specie europee con stato di conservazione sfavorevole dipendono dall’ambiente agricolo. Specie un tempo molto comuni come l’Allodola, il Torcicollo, il Succiacapre ed il Barbagianni oggi sono sempre più rare mentre la sottospecie italiana di Starna si è estinta.

Questo declino si riscontra anche in numerose varietà di piante ed animali mentre importanti habitat come zone umide e boschi igrofili (periodicamente allagati) sono quasi completamente scomparsi.

Negli ultimi 50 anni, lo sviluppo dell’agricoltura è stato caratterizzato dal passaggio da un sistema costituito da aziende familiari con coltivazioni miste e fabbricati rurali, ad un sistema industriale con colture intensive e che necessitano di ingenti apporti chimici e fabbricati di tipo industriale.

La fauna degli ambienti agricoli si è quindi trovata di fronte a forti cambiamenti che gli causano enormi problemi.

L’abbandono della rotazione agraria e l’eliminazione di alberi e siepi hanno causato la scomparsa di ambienti idonei all’alimentazione e alla riproduzione di numerose specie mentre l’uso dei pesticidi, concimi chimici e diserbanti avvelena direttamente gli uccelli o li priva di risorse alimentari quali insetti e altri invertebrati.

L’Unione europea prevede incentivi che incoraggiano pratiche agricole sostenibili e le azioni che migliorano l’ambiente. Ciascuna Regione descrive nel Piano di Sviluppo Rurale gli schemi agro-ambientali, che devono essere mirati alla realtà ambientale locale, e i relativi compensi. L’adesione a questi tipi di azioni o pratiche utili da parte degli agricoltori è volontaria.

Ogni singolo agricoltore può quindi influenzare in modo diretto la biodiversità con i suoi comportamenti.

Alcuni tipi di azioni o pratiche amiche dell’ambiente e che vengono finanziate sono:

· Ritiro ventennale dei seminativi dalla produzione a scopi ambientali. Vengono ricreati habitat che sono quasi scomparsi in seguito alla intensificazione dell’agricoltura come zone umide, aree prative alternate ad arbusti e prati allagati.

· Mantenimento o ripristino di siepi, filari, stagni, muretti a secco ecc.. Questi elementi forniscono siti di riproduzione e alimentazione a numerosi uccelli  oltre che a insetti e piante selvatiche. Le siepi, inoltre, riducono l’erosione, l’evaporazione e proteggono i campi dal vento.

· Ritardo del periodo degli sfalci. Permette alle specie di uccelli che si riproducono al suolo di terminare con successo la riproduzione e l’allevamento della prole.

· Mantenimento o recupero di prati. Costituiscono l’habitat con il declino di specie più elevato. E’ importante che gli sfalci non siano effettuati durante il periodo della riproduzione cioè da fine febbraio a fine luglio.

· Mantenimento dei pascoli o degli allevamenti estensivi. La concentrazione dell’allevamento in grandi stalle industriali ha portato alla quasi scomparsa dei pascoli. Habitat indispensabili alla conservazione di molte piante selvatiche, insetti, mammiferi e uccelli come la Rondine.

· Aratura tardiva delle stoppie. Il mantenimento dei residui della mietitura nei campi durante il periodo invernale fornisce  un’importante fonte di semi e riparo, preziosi a molti uccelli nel periodo più difficile dell’anno. Inoltre la vegetazione che cresce prima dell’aratura fra le stoppie ospita una ricca varietà di insetti.

· Agricoltura biologica.  E’ un metodo che non fa uso di pesticidi o composti chimici ma utilizza come unico concime quello di tipo organico (letame e compost). Difende le coltivazioni attraverso la prevenzione, utilizzando la forza delle leggi  naturali per aumentare le rese e la resistenza alle malattie. Impiantando siepi e filari, rotando le colture e diversificando la produzione.

Gli agricoltori che coltivano seminativi (cereali, barbabietola, ecc.) devono obbligatoriamente mettere a riposo (set-aside) il 10% della superficie coltivata. Per favorire l’avifauna è sufficiente mantenere una copertura vegetale (sia spontanea che seminata) del suolo da controllare solo con sfalci o trinciature da effettuarsi unicamente nel periodo tra inizio agosto e fine febbraio.  In tale periodo potranno essere effettuati anche aratura, diserbo e bruciatura sebbene siano pratiche da sconsigliare.

Per gli agricoltori che effettuano la pulizia dei fossi e che vogliono tutelare la biodiversità di questi micro-ambienti consigliamo di effettuare le operazioni di pulizia solo con mezzi meccanici e solo nel periodo fra agosto e dicembre quando non sono attive attività riproduttive. I fossi non devono mai essere cementati o sostituiti da drenaggi sotterranei in quanto accolgono specie erbacee, arboree e arbustive che sono state “cacciate” dai campi coltivati e in cui si concentra una ricca comunità di animali come gli anfibi che li usano anche come siti di riproduzione.

 

Anche i consumatori possono influenzare con i loro comportamenti la natura nelle nostre campagne.

Prima di comprare un prodotto dovremmo sempre chiederci se la sua produzione ha procurato danni all’ambiente. Se con le nostre scelte vogliamo favorire le pratiche agricole amiche della natura allora dovremmo scegliere:

· Frutta e verdura di stagione. La produzione fuori stagione avviene in serre (spesso riscaldate) che hanno un grave impatto sull’ambiente in quanto impermeabilizzano il terreno, prevedono l’uso di elevatissime quantità di prodotti chimici, distruggono l’ambiente rurale spesso in modo irreversibile, consumano elevate quantità di energia non rinnovabile. Se non è prodotta in serra significa che proviene dall’altro emisfero e che quindi comporta anche un costo ambientale in termini di trasporto oltre a quelli per la deforestazione o la distruzione di habitat e l’uso di sostanze chimiche (comprese quelle attualmente vietate nel nostro paese).

· Prodotti locali. Si risparmia il costo ambientale del trasporto e si favoriscono le piccole aziende agricole familiari, che possono avere un ruolo determinante nel preservare habitat agricoli importanti.

· Prodotti biologici. L’impatto sull’ambiente è minore e inoltre le aziende biologiche apportano miglioramenti all’ambiente agricolo.

La LIPU è pronta a fornire informazioni ad aziende, enti e privati che desiderano proteggere l’ambiente nelle proprie campagne. Contattare la responsabile del settore agricoltura della LIPU: patrizia.rossi@lipu.it o chiamare il n. 0521-27.30.43

 

 

 

 

 

 

 

Il sito della LIPU del Molise

Per gli uccelli, per la natura, per la gente

© Autore Angela Damiano—pubblicato sul periodico “La Fonte”

CONDIZIONALITA’, …ECOLOGICA?

La Condizionalità come standard ambientale per l’attività agricola

(Documento integrale della LIPU - Settore Agricoltura)

 

 

 

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