Compost domestico

Come farlo in modo semplice ed economico

Circa 1/3 dei rifiuti che produciamo è costituito dalla frazione umida, ovvero dai rifiuti organici, come gli scarti della nostra cucina e quelli della manutenzione di parchi, giardini, orti e campagne. Oggi, purtroppo molto spesso, questi rifiuti finiscono nelle discariche poiché pochi Comuni li recuperano con la raccolta differenziata e sempre meno famiglie li riciclano mentre, ai tempi dei nostri nonni e in agricoltura, era uno dei metodi più diffusi e più economici che l’uomo utilizzava per prodursi il concime.

I rifiuti organici, infatti, possono essere riciclati: è sufficiente imitare quello che avviene in natura dove i residui vegetali (come ad esempio foglie, rami, tronchi) e i residui animali (escrementi, ossa, animali morti, ecc.) vengono decomposti e trasformati in humus ed in sostanze minerali grazie al lavoro di diversi organismi più o meno “invisibili” chiamati Decompositori. Questi organismi (batteri, funghi, insetti, ecc.) sono presenti nei diversi strati del suolo e della lettiera e si susseguono nel tempo e nei vari stadi del processo di decomposizione durante il quale si possono raggiungere temperature fino a 80°C, se si hanno sufficienti condizioni di umidità e di disponibilità di ossigeno. Dopo qualche settimana di incessante attività dei decompositori, i residui organici vengono trasformati in sostanze come azoto, fosforo e potassio, che potranno essere nuovamente utilizzate dagli organismi vegetali come importante fonte di nutrimento. I tempi di decomposizione dipendono da molti fattori alcuni dei quali sono il tipo di residuo, l’umidità, la temperatura e l’ossigeno ma è stato calcolato che per formare in natura circa 35 centimetri di suolo sono necessari circa 1000 anni di lavoro da parte dei decompositori.

Un processo di decomposizione molto più accelerato rispetto a ciò che avviene in natura, sebbene avvenga anch’esso in modo del tutto naturale, è quello del riciclo dei rifiuti organici domestici (frazione umida) da cui ha origine il Compost (concime che rende più fertile il terreno e ne migliora la struttura). Ciascuno di noi può fare del Compost domestico nel proprio giardino, balcone, scuola e campagna in modo semplice ed economico.

Per prima cosa bisogna scegliere il tipo di Compostiera più adatta alle nostre esigenze. Si tratta di un contenitore che servirà per accumulare i rifiuti organici e nel quale avverrà la loro trasformazione in compost. In commercio ne esistono di diverse forme e dimensioni che possono essere decorate a piacimento con colori o decoupage e che impediscono l’eccessiva diffusione di “cattivi odori” ma possiamo anche crearne una noi. Se optiamo per la soluzione del “fai da te” è necessario regolarci in base allo spazio disponibile: per i piccoli spazi è sufficiente una cassetta di legno con una rete di metallo che va posizionata alla base e su tutti i suoi lati mentre la parte superiore andrà coperta con una tovaglia di plastica o con un tappeto. Un’alternativa economica alla cassetta di legno può essere un cilindro di rete ricoperto da plastica, meglio se si tratta di una tovaglia poiché è più resistente ed esteticamente più gradevole. Se si hanno a disposizione spazi più ampi, invece, possiamo creare un cumulo che poi andrà coperto con un telo di plastica oppure possiamo realizzare dei cubi senza la base usando delle assicelle o delle pedane di legno ricordandoci di coprire sempre la parte superiore con tovaglia di plastica o tappeti.  Qualunque sia il tipo di Compostiera scelto o realizzato andrebbe posta preferibilmente a mezz’ombra e, una volta iniziato il suo utilizzo, non dovrà essere spostata per non nuocere al processo e agli organismi che vi lavorano. Se viene posizionata sul balcone o troppo vicino alle abitazioni è sconsigliato il riciclo dei rifiuti organici più elaborati (come cibi conditi, pasta, carne e prodotti da forno) che potrebbero emanare odori poco piacevoli se non opportunamente attenutati con l’uso della cenere del camino che ne neutralizza an- che l’acidi- tà.

Ora che abbiamo la Compostiera ricordiamoci di riempirla a strati sottili (non devono superare i 5-7 centimetri di spessore) e alterniamo ciascuno strato con uno strato di terra. Per permettere una buona circolazione dell’aria, iniziamo ponendo alla base uno strato di ramoscelli, seguito da uno strato di terra,  da uno strato di  foglie, fiori e rifiuti alimentari (buccia della frutta, filtro del tè, scarti verdure e ortaggi), da uno strato di terra e così via. Ricordiamo che se abbiamo sufficiente spazio tra uno strato di terra e l’altro possiamo aggiungere anche la carta sporca (tipo i tovaglioli e  i fazzoletti usati), la segatura, i rami ed altri residui della potatura/falciatura sia interi che triturati. L’ultimo strato superiore dovrà essere sempre costituito da uno strato di terra che dovremmo innaffiare con dell’acqua e successivamente coprire in modo da far sviluppare calore sufficiente per la decomposizione (sono sufficienti 50-60°C).

Se il Compost non si riscalda, controllare se il cumulo è troppo asciutto e quindi innaffiare fino a che l’umidità non sia simile a quella di una spugna imbevuta e ricoprire nuovamente il tutto. Se al contrario è troppo umido bisogna inserire alcuni strati di materiale assorbente tipo paglia, segatura, rami triturati, torba, ecc.

Ciascuno di noi può fare da solo ed in modo economico il proprio compost e contribuire così anche al rallentamento dei cambiamenti climatici, evitando di bruciare i residui vegetali che con la combustione emettono CO2 in atmosfera: uno dei gas serra che favorisce ed è responsabile  proprio dei cambiamenti climatici!

Per gli uccelli, per la natura, per la gente

 

 

 

 

 

 

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© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”