ECOBALLE:

poco “Eco” molto “Balle”

In queste ultime settimane (febbrai0 2008) i mass-media hanno trattato più o meno ampliamente l’argomento emergenza rifiuti che riguarda la Campania ma che vede coinvolta anche la nostra regione come sito di stoccaggio insieme ad altre regioni limitrofe. Molti si sono chiesti perché anche ambientalisti e medici si sono schierati contro lo stoccaggio delle  “ecoballe” provenienti dalla Campania.

Indagini hanno infatti dimostrato come le “ecoballe” in questione siano poco “eco” e molto “balle” poiché non sono altro che rifiuti triturati chiusi in buste di plastica e non Cdr (combustibili derivati dai rifiuti) come avrebbero dovuto essere e per i quali sono state spacciate. In pratica, con le norme attualmente in vigore, sia in Italia che in Europa non sarà mai possibile bruciare queste ecoballe se non in impianti di gassificazione a tenuta stagna e quindi non in termovalorizzatori o in inceneritori poiché rilascerebbero inquinanti nell’aria fuori norma (come ad esempio le diossine).   

Cinque milioni di ecoballe fuori legge ed un miliardo e mezzo di euro spesi in 11 anni in quella che in Campania è stata chiamata “emergenza rifiuti” ma che si sta rivelando sempre di più una grande truffa.

Per capirne di più riportiamo i punti più salienti di un articolo della Rivista “NarcoMafie”, scritto da Daniela De Crescenzo (www.narcomafie.it):

<< Tutto ebbe inizio nel 1994 con la dichiarazione dello “stato di emergenza” e la nomina di un commissario, da parte del governo, a cui viene affidato il compito di tamponare la crisi. Tramite un bando di gara per appaltare la gestione dei rifiuti, l’intero ciclo viene affidato a cinque imprese associate alla Impregilo. Le stesse che a giugno 2007 ricevono dal gip Rosanna Saraceno l’interdizione a stipulare contratti con la pubblica amministrazione per un anno in materia di smaltimento della spazzatura e il sequestro preventivo di 753 milioni di euro. Per il magistrato le aziende «con artifici e raggiri» hanno eluso i contratti, falsificato i risultati delle analisi, bloccato gli impianti per far crescere l’emergenza «con la complicità, se non la connivenza, di chi aveva l’obbligo di intervenire» infatti «dalle intercettazioni emerge che il fermo degli impianti e il blocco nella ricezione dei rifiuti era programmato e attuato quale strumento di pressione verso la struttura commissariale». L’emergenza ha poi giustificato fitti e subappalti senza gare con lievitazione di costi. Così finisce che la Campania sommersa dalla spazzatura paghi la tassa sui rifiuti più cara d’Italia e 2300 lavoratori socialmente utili, assunti per una raccolta differenziata mai decollata ma che sono stati sempre pagati, che costano circa 55 milioni di euro all’anno. In questa situazione non c’è da meravigliarsi se in Campania ci sono, secondo Legambiente, 225 discariche abusive e la criminalità organizzata continua a incrementare i propri profitti gestendo un giro di affari che tocca i 23 miliardi di euro all’anno. E i cumuli di sacchetti per le strade della Regione continuano a crescere. La spazzatura della Campania doveva diventare Cdr (32%), compost destinato al recupero ambientale (33%), scarti ferrosi (3%) e solo il 14% doveva finire in discarica>>.

Il risultato è stato invece rifiuti indifferenziati piazzati e da piazzare in discarica o presso altri impianti di differenziazione (in Germania per esempio) o di produzione di Cdr .

E il Molise?

Si conferma nuovamente la Cenerentola d’Italia, dopo aver accettato le Turbogas e l’eolico selvaggio nonostante che la produzione di energia regionale superi i consumi, ora accetta anche di diventare una discarica di rifiuti extraregionali.

E i cittadini? e l’ambiente?

In Molise, secondo alcuni dati forniti dalla discarica di Montagano (che serve il capoluogo regionale e diversi comuni), si differenzia solo tra il 3 ed il 4% dei rifiuti. Manca quindi ancora un 32% di rifiuti differenziati per far raggiungere alla nostra regione la quota minima fissata a livello europeo, al di sotto della quale ci aspettano solo tasse elevate e altre multe (che si trasformeranno in ulteriori tasse).

Senza tener conto di coloro che non usano nemmeno i cassonetti poiché buttano rifiuti al di fuori dei finestrini delle auto, li abbandonano nei luoghi di sosta o in mini discariche abusive (cunette, boschi, bordi di strade, ponti, ecc.).

 

Se desideriamo pagare meno tasse iniziamo a fare il nostro dovere di cittadini, a rispettare le direttive e le normative in ogni nostra azione quotidiana e diventiamo cittadini attivi aderendo alle diverse iniziative che non solo  tutelano l’ambiente e la salute ma anche il nostro portafoglio!

 

Se non l’abbiamo ancora fatto iniziamo da oggi:

 a consumare in modo più responsabile (vai alla pagina sul Consumo Responsabile);

  a fare la raccolta differenziata (perché i rifiuti che finiscono in inceneritori o termovalorizzatori, oltre a produrre emissioni, sono comunque risorse bruciate!);

 ad evitare gli sprechi in genere ma soprattutto di acqua, energia e  risorse (per avere qualche utile consiglio visitate la pagina “S.O.S. Terra” di questo sito);

 ed insegniamo anche ai nostri figli, non solo a parole ma anche con le azioni (che sono sicuramente più efficaci), ad avere  un comportamento più sostenibile per poter vivere un futuro migliore!

© Autore Angela Damiano—Pubblicato sul periodico  “La Fonte”

Per gli uccelli, per la natura, per la gente

 

 

 

 

 

 

Il sito della LIPU del Molise