Parchi... addio?

Un taglio ai fondi per i servizi eco-sistemici

Mentre da un lato il Governo finanzia la guerra in Afghanistan, con un costo per gli italiani di 50 milioni di euro al mese, dall’altro lato riduce del 50% i fondi destinati alla gestione dei Parchi nazionali. Un taglio complessivo che corrisponde a soli 15 giorni di presenza in Afghanistan!

Per approfondimenti e delucidazioni in merito all’attuale situazione dei Parchi in Italia riporto l’articolo del Presidente della LIPU-BirdLIfe Italia, Giuliano Tallone che è stato Presidente del Parco nazionale della Val Grande nonché Direttore dell’Agenzia Regionale dei Parchi della Regione Lazio: “Se non fosse oramai chiaro come i tagli “orizzontali” siano l’unica traduzione pratica della politica del rigore messa in campo dal Governo per risanare la disastrata finanza pubblica, quella dei tagli ai Parchi nazionali potrebbe essere presa come una burla. Eppure, proprio l’Anno Internazionale della Biodiversità rischia in Italia di passare alla storia come la stagione in cui è stata scritta la parola fine sull’esistenza e sul ruolo dei Parchi Nazionali. Inserito nell’articolo 7, comma 24, della Legge Finanziaria 2010, il previsto dimezzamento delle risorse riservate alle aree protette porterebbe sull’orlo della paralisi la maggior parte dei siti, e alla chiusura, di almeno la metà di essi. Un colpo gravissimo  proprio in un momento in cui il turismo naturalistico va affermandosi come grande opportunità economica di valorizzazione dei territori, senza considerare il ruolo che i 23 Parchi nazionali - veri e propri “scrigni di biodiversità” - hanno per la tutela delle specie.

Se è a repentaglio la vita dei Parchi, altrettanto lo è quella delle decine di migliaia di specie animali e vegetali che abitano queste aree, che coprono ben il 5% del territorio nazionale. Un milione e 437 mila ettari di territorio che, da domani, potrebbero essere esposti alla cementificazione, al rischio idrogeologico, oltre naturalmente al rischio di vedere specie simbolo del nostro Paese come l’Orso, il Lupo, l’Aquila, scomparire forse per sempre dal nostro territorio.

Un taglio assurdo che arriva proprio all’indomani della prima Conferenza nazionale per la biodiversità, e alla vigilia della prima strategia nazionale in materia. Un risultato importantissimo, per raggiungere il quale la LIPU ha lottato a lungo, che rischierebbe tuttavia di restare lettera morta, essendo i Parchi nazionali uno degli strumenti principali tramite cui questa strategia dovrebbe essere attuata.

E se la crisi colpisce tutti. Se tutti, in qualche modo, sono chiamati a fare sacrifici, basta considerare un dato: i tagli a Parchi nazionali sono pari a “soli” 25 milioni di euro. Meno di mezzo caffè al giorno per un italiano.

Nulla di utile per ripianare i buchi della finanza pubblica, ancora meno per impostare una strategia di investimenti e crescita. Andando a colpire invece proprio laddove, anche dal punto di vista economico, potrebbero nascere nuove opportunità di occupazione e sviluppo. Senza contare il ruolo dei Parchi non solo per la tutela delle singole specie ma anche, più in generale, per la tutela della nostra qualità della vita, qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo, del cibo, prevenzione del rischio idrogeologico: quelli che l’Unione europea chiama “servizi eco sistemici”.

La LIPU, insieme alle altre associazioni ambientaliste, ha chiesto al Governo quanto e quando intenda investire sulla tutela della biodiversità. Se gli appelli restano senza risposta, un rumore assordante viene dai numeri: presenti, passati e futuri.

Già nei tagli alle spese dei dicasteri contenuti due anni fa nel primo Decreto Tremonti (DL 112/2008) l’Esecutivo aveva prospettato una riduzione di fondi assegnati al Ministero dell’Ambiente pari al 52% tra il 2009 e il 2011, mettendo subito in atto - tanto per sottolineare che si stava facendo sul serio - una riduzione di 678 milioni di euro sui 1300 milioni disponibili nel 2008.

Ancor più preoccupante è la situazione emersa in fase di confronto preliminare al varo della Finanziaria 2010. Come denunciato dallo stesso ministro Stefania Prestigiacomo già dalla fine dell’anno scorso, le risorse a disposizione del ministero stanno calando a un ritmo insostenibile, dai 1700 milioni garantiti nel 2008 ai 1265 del 2009, fino ai 738 circa del 2010 e ai 590 del 2011!

Un accanimento sull’ambiente e sui parchi che nessuna esigenza di riequilibrio e riduzione della spesa pubblica può in alcun modo giustificare!

Per gli uccelli, per la natura, per la gente

 

 

 

 

 

 

Il sito della LIPU del Molise

© Autore Angela Damiano e Giuliano Tallone — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”