L’ACQUA CALDA

La scoperta dell’acqua calda risale a circa 450.000 anni fa, verso la fine dell’Età della Pietra (Paleolitico), ed aveva un unico utilizzo: serviva per cuocere la carne. Nonostante i mezzi rudimentali i popoli primitivi riuscirono a realizzare un contenitore a tenuta d’acqua utilizzando lastre di pietra accostate tra di loro e “sigillate” con l’argilla. L’acqua veniva trasportata, dal più vicino corso d’acqua, per mezzo di ossa di  animali, foglie, palmi delle proprie mani e altri contenitori di fortuna. E per la cottura? Nell’contenitore colmo di acqua venivano gettate pietre arroventate sul fuoco e, una volta raggiunta l’ebollizione, anche la carne accartocciata nella paglia (per poterla maneggiare meglio ed evitare l’eccessiva formazione di cenere). Per mantenere la temperatura venivano continuamente aggiunte ulteriori pietre arroventate fino alla completa cottura che non avveniva prima di un paio d’ore. Se questo può sembrarci un po’ scomodo e troppo da Cuoco Primitivo proviamo a guardarci intorno ed informiamoci su quanta della popolazione mondiale dispone, direttamente nelle proprie case, di acqua potabile e di combustibili per riscaldarla… e mentre oltre 80% delle persone non sa nemmeno cosa sia un rubinetto il restante 20% si lamenta perché deve pagare le bollette!

Per la produzione di energia e per “riscaldare” l’acqua si sfruttano ancora le risorse naturali esauribili  (metano, petrolio, legna, carboni fossili) e quindi l’acqua calda dell’era contemporanea deve essere ancora scoperta o per meglio dire… riscoperta. Ma come possiamo riuscirci mantenendo in parte le nostre abitudini? Semplice, utilizzando la più antica fonte naturale inesauribile a disposizione gratuitamente: il sole che riesce a produrre 1100 kWh per metro quadro in un anno.

 

COME RISPARMIARE CON IL TERMICO SOLARE ...

 

La legge Finanziaria 2007 ha introdotto importanti novità in campo ambientale  con la riqualificazione energetica degli edifici. In particolare permette una detrazione del 55% (fino ad un valore massimo di 60.000 € da ripartire in 3 anni) per l’istallazione di pannelli solari termici che possono essere utilizzati per la produzione di acqua calda per usi diretti ma anche per il riscaldamento della propria abitazione o attività pubblica/privata. Gli impianti solari oltre ad essere considerati opere di pubblica utilità, in base alla normativa vigente (Legge n. 9/91), sono anche considerati come estensioni dell’impianto idrico sanitario. Per cui se non esistono vincoli di tipo urbanistico o paesaggistico per la propria abitazione, è sufficiente presentare al proprio Comune una Denuncia di Inizio Attività (DIA) che consiste in una comunicazione su apposito modulo comprensiva di una relazione tecnica e del progetto di massima dell’impianto (entrambi facilmente realizzabili dalle ditte installatrici). Se il Comune, entro i 30 giorni dal ricevimento, non effettua alcuna comunicazione in merito i lavori possono comunque iniziare normalmente.  Ma se sull’immobile sussistono vincoli particolari (centro storico, vincoli storico-artistici, ecc.) occorre seguire le procedure previste dai propri regolamenti comunali. In linea generale, per gli immobili vincolati, occorre presentare una domanda alla locale Soprintendenza ai Beni Culturali  che comprenda progetto completo e documentazione fotografica, ed attendere una risposta che resta vincolante per avviare i lavori.

Un impianto solare termico copre dal 70 all’80% del consumo energetico per la produzione di acqua calda della propria abitazione. I tetti più adatti sono quelli esposti da sud-est a sud-ovest con una inclinazione dai 15° ai 60°. In questa situazione ideale sono sufficienti circa 0.8 mq di superficie di pannelli solari (collettori) a persona per il riscaldamento dell’acqua sanitaria. Ma anche i tetti esposti ad est o ovest possono avere la stessa rendita di energia aumentando leggermente la superficie di copertura. Sono inoltre possibili istallazioni in giardino o il montaggio verticale su facciata. Il fabbisogno di acqua calda viene completamente coperto da maggio a settembre e maggiori coperture dipendono dal tempo meteorologico, dalle coordinate geografiche e altre variabili come esposizione, pendenza e dimensionamento dell’impianto. Nei mesi invernali è comunque un’ottima integrazione che può servire anche da preriscaldamento dell’acqua.

L’impiego di un impianto solare termico che svolga anche il ruolo di riscaldamento può essere sensato in una casa ben isolata termicamente e soprattutto nelle case con riscaldamento a parete o a pavimento. Per questo ulteriore utilizzo la superficie del collettore deve essere aumentata fino a 2-3 volte rispetto all’impianto per la sola produzione di acqua calda mentre l’inclinazione deve essere più elevata (40°-90°). Questo tipo di impianto coprirà dal 20-30% del consumo termico complessivo della casa. 

Ma come scegliere il proprio impianto? Esistono impianti a circolazione naturale che rappresentano la miglior soluzione in termini di economia d’impianto (fino a 600 litri al giorno) e di semplicità di installazione adatta alle abitazioni mono-famigliari (2-5 persone). Grazie al posizionamento del boiler (più in alto dei pannelli) si sfrutta la semplice legge fisica: il liquido contenuto nei pannelli solari viene scaldato dal sole e sale nel serbatoio trasmettendo il proprio calore all’acqua nel boiler e, quando si raffredda, ridiscende nei pannelli per poi risalire una volta riscaldato.  Per permettere una migliore mimetizzazione e diminuirne l’impatto visivo in questi impianti sono previste alcune opzioni: il serbatoio può essere anche di color rame o “coppo” oppure serigrafato cioè con ricoperto da una pellicola che riproduce fotograficamente lo sfondo. Questi impianti posso inoltre trovare anche altre applicazioni utili come il riscaldamento dell’acqua per le piscine.

Gli impianti a circolazione forzata, invece, hanno un boiler distante dai collettori (per esempio nascosto nel sotto-tetto) e quindi possiedono una centralina di regolazione. Questi impianti si adattano alle abitazioni mono-famigliari con elevate esigenze (acqua calda e riscaldamento) ed agli immobili che necessitano di integrazione architettonica (centri storici, alberghi, ecc.).

Per tutti gli impianti solari vale una unica regola: affidarsi a ditte che rispettano gli standard europei su tutti i loro prodotti e componenti (non solo quelli nazionali) e che siano certificate cioè che abbiano realmente i requisiti di qualità. Il rendimento dell’impianto sarà migliore e la garanzia dell’impianto sarà totale e più lunga (fino a 10 anni, inattaccabilità da agenti atmosferici e dalla corrosione, nessuna manutenzione interna).

Ma quanto ci costerebbe? Proviamo a fornire qualche dato: per un impianto a circolazione naturale per 3-5 persone si può arrivare a spendere circa 2000-3000 euro (IVA 10%). Da questa cifra dobbiamo detrarre il 55%, che rientrerà entro i 3 anni successivi, grazie alla detrazione prevista sulla dichiarazione dei redditi e che ammonta a 1100-1650 euro. La restante quota dovrebbe “rientrare” entro circa 4 anni grazie ai risparmi annuali sulle bollette. Se calcoliamo che la durata di un impianto è di circa 20 anni, possiamo dire inoltre che per ulteriori 16 anni continueremo ad accumulare del risparmio (di emissioni e di soldi). E che cosa dire della  tanto proclamata manutenzione annuale? Per alcuni impianti non supera i 60 euro l’anno (2,5% del costo totale).

Ciascuno di noi potrebbe contribuire personalmente alla riduzione delle proprie emissioni dal 20 al 80% con l’istallazione di impianti solari termici e quindi rispettando integralmente, e persino andando oltre, le riduzioni previste dal Protocollo di Kyoto.  E’ semplice, basta fare quello che hanno sempre fatto le piante: sfruttare l’energia solare!

Per valutare al meglio la vostra esposizione, scoprire le ditte più affidabili ed avere maggiori informazioni potete visitare www.paesedelsole.org dove troverete anche un simulatore solare on-line che vi fornirà alcuni dati generali sul vostro futuro impianto oppure www.enel.it.

(articolo LIPU pubblicato sul Periodico “La Fonte” )

 

 

 

 

 

 

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© Autore Angela Damiano—pubblicato sul periodico “La Fonte”