Nibbio reale, Nibbio bruno e Poiana

Odi, se vuoi sapere, chi pose in cielo il Nibbio: vi era un mostro che chi ne avesse bruciate le viscere potesse vincere gli eterni dei, Saturno l’uccise e già stava per darne le viscere alle fiamme quando Giove ordinò che le rapissero gli uccelli. Le portò il Nibbio che ebbe in premio il cielo” narra Ovidio nel “Fasti”  descrivendo come questo rapace venne a trovarsi nel cielo stellato.

Il Nibbio era anche oggetto delle comuni conversazioni: quando i Latini volevano spiegare che un possedimento era immenso dicevano che era così grande che “neppure il Nibbio avrebbe potuto percorrerlo”.

Il Nibbio reale (Milvus milvus), inoltre, era già conosciuto da Plinio il Vecchio che lo descrive come “un animale che non si avvicina molto all’uomo nemmeno in presenza di cibo” a differenza del Nibbio bruno (Milvus migrans) che al giorno d’oggi può frequentare le discariche in cerca di cibo.

Il nostro territorio è frequentato da ambedue le specie che non sono difficili da distinguere durante il volo: il Nibbio reale è bruno-rossiccio con capo grigio-biancastro e, visto da sotto, presenta una macchia chiara nelle ali nettamente differenziata e contrastante con il colore scuro delle parte circostante, mentre possiede una coda nettamente forcuta che appare chiara all’estremità; il Nibbio bruno è invece più piccolo, di colore scuro e la sua coda è più lunga, più sottile e meno forcuta della specie precedente, inoltre può essere avvistato solo nella bella stagione, quando frequenta il nostro territorio per nidificare (si tratta infatti di una specie migratrice che trascorre l’inverno in Africa occidentale).

Generalmente silenzioso, il Nibbio reale, emette talvolta una rapida sequenza di acuti miagolii simili al verso emesso dalla Poiana (Buteo buteo): un terzo rapace che frequenta i nostri territori ma che è più comune e meno minacciato delle due specie precedenti.

La Poiana ha una corporatura tozza, con collo corto ed una colorazione molto variabile, ma generalmente bruna con barratura più scura nelle parti inferiori ed una banda pettorale più chiara con area biancastra sul ventre. In volo la coda (generalmente tenuta a ventaglio) appare chiara con banda scura verso la punta mentre la restante parte è attraversata da barre più sottili e ravvicinate. Le ali appaiono con una area nettamente più chiara delimitata da un bordo più scuro. 

Il verso della Poiana è un miagolio nasale decrescente di volume che viene imitato in modo quasi perfetto dalla Ghiandaia, un corvide che vive nei boschi e che utilizza questo stratagemma per avvisare il gruppo del pericolo. (Per saperne di più sulla Ghiandaia leggi qui)

Anche se la Poiana è una rapace che appare tra i più adattabili ai cambiamenti dell’ambiente operati dall’uomo, come predatore all’apice di una complessa catena alimentare soffre della contaminazione causata dai pesticidi e dai metalli pesanti. Altre minacce, che riguardano anche molte altre specie, sono rappresentate dalla distruzione e frammentazione degli habitat, dal bracconaggio, dalla collisione, dall’abbattimento dei grandi alberi, dalla distruzione diretta dei nidi durante la stagione riproduttiva a causa dei tagli indiscriminati. 

Proprio questa confidenza con gli habitat antropizzati, insieme alla sua diffusione, rendono la Poiana più vulnerabile anche agli effetti negativi: dall’agosto del 2001 fino al 1 gennaio 2007 sono stati ricoverati presso il Centro Recupero per la Fauna Selvatica della LIPU (gestito in collaborazione con la Provincia di Campobasso ma chiuso dal 01/04/2013 per mancanza fondi) ben 124 esemplari di questa specie dopo essere stati rinvenuti feriti o in difficoltà nel territorio molisano. 

Per chi desiderasse assistere al corteggiamento di questi bellissimi rapaci o vuole imparare a riconoscerli meglio può partecipare agli Eventi-Natura che annualmente si svolgono presso l’Oasi LIPU di Casacalenda (CB). Per conoscere quali sono i prossimi eventi organizzati leggi qui.

© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”

Tre specie a confronto