© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”

Svasso maggiore

Le abbondanti piogge dei giorni scorsi hanno imbevuto il terreno che si mostra particolarmente fangoso mentre ci incamminiamo, lungo la sponda del Lago di Guardialfiera, per poterci avvicinare e osservare meglio la sponda opposta.

Il nostro gruppo è formato da poche persone che non si sono lasciate scoraggiare dal tempo e che muniti di scarponi, binocoli e tanta curiosità ci hanno accompagnato in questa giornata che ha ormai assunto una dimensione internazionale e che coinvolge i Paesi europei, il Medio Oriente e l’Africa.  Si tratta della prima delle due giornate dell’Euro Birdwatching che la LIPU in Molise è solito, da alcuni anni, organizzarla e svolgerla proprio qui al Lago di Guardialfiera (CB) in una ZPS (Zona di Protezione Speciale) della rete europea Natura 2000. Un area importante per la salvaguardia della biodiversità, fondamentale per il pianeta e per il genere umano ma che viene apprezzata da molti solo dal punto di vista ludico e ricreativo. Eppure osservare il volo degli uccelli migratori è uno degli spettacoli più belli che la natura possa offrire, un esperienza unica per conoscere, apprezzare, rispettare e tutelare le specie e le loro rotte migratorie. Un’attività che ci accomuna anche con l’uomo di un tempo che usava trarre auspici dal loro volo, sia per poter determinare con maggiore sicurezza le previsioni meteorologiche ma anche per trarre consigli più pratici sulla vita e le cose del quotidiano. In questa prima giornata EBW del 2009 la nostra escursione prevede diverse soste durante le quali Carlo Meo, Responsabile dell’Oasi LIPU di Casacalenda, ci mostra attraverso un cannocchiale i diversi frequentatori alati. Possiamo così “avvicinarci” meglio a gruppi misti di Airone bianco maggiore, Airone cenerino e Garzetta ma anche a specie come il Gabbiano reale mediterraneo e il Gabbiano comune che si involano tutti insieme non appena abbiano deciso che “ci siamo avvicinati troppo”, o al Cormorano mentre fermi su un tronco ad ali aperte usano il vento come un phon, dopo aver bagnato le loro penne con un tuffo “pescoso” in acqua, oppure ad gruppo di Folaga che nuota galleggiando silenziosamente sull’acqua. Diverse anche le soste “uditive” per ascoltare canti e versi di allarme di chi gradisce restare un po’ nascosto ma che, quando giungevano chiari ai nostri orecchi, rivelavano la loro fonte nascosta.

Abbiamo potuto scoprire così di essere in compagnia di Cinciarella e Cinciallegra ma anche di Occhiocotto e Pettirosso. Dopo  circa tre ore di osservazioni ed ascolto durante questa  prima giornata di EBW 2009 abbiamo potuto “incontrare” 193 uccelli e conoscere 19 specie diverse. Protagonista indiscusso di questa prima giornata è stato lo Svasso maggiore presente con 62 individui ed è proprio di lui che vi parleremo. Timido e abbastanza diffidente, come tutti i componenti della famiglia dei Podicipedidi, è difficile da osservare a lungo se non si è dotati di molta pazienza poiché “Come un vivace tuffatore che emerge da un’onda, se viene spiato subito s’immerge” (William Shakespeare in “Venere e Adone”)  per riemergere anche a notevole distanza.

Lo Svasso maggiore (Podiceps cristatus) può raggiungere i 51 centimetri di lunghezza, un’apertura alare di 90 centimetri e circa 1300 grammi di peso che ne fanno il più grande della famiglia. La colorazione è simile nei due sessi ma cambia durante la stagione riproduttiva quando gli adulti si dotano di una colorazione nel complesso più vivace e di caratteristici ciuffi ornamentali (neri e rossastri) sul capo, da cui il nome cristatus, ma che vengono utilizzati anche per meglio comunicare le loro emozioni. In questo periodo la colorazione bianca è molto più estesa interessando collo, fianchi e lati della testa dove spicca una stria scura tra l’occhio ed il becco mentre il vertice della testa e le parti superiori del corpo e delle ali sono più scure, nere-grigiastre. Il becco è dritto, lungo e robusto ma anche molto tagliente in modo da poter afferrare con sicurezza il suo cibo preferito: i pesci. Il nome scientifico del genere e della famiglia deriva dal latino podiceps = spacco o apertura e pes = piede e focalizza l’attenzione sulle zampe lobate di questi uccelli che possiedono “aperture” rispetto alle zampe palmate di altre specie che vivono nell’acqua.

Spettacolare è il corteggiamento che consiste in una vera e propria danza coreografica sul pelo dell’acqua dove maschio e femmina si esibiscono in eleganti movimenti sincronizzati mostrando appieno la loro bellezza. Il nido viene costruito raccogliendo materiale vegetale sott’acqua che viene avvolto alle piante presenti fino a creare un ammasso galleggiante di circa 60 centimetri di diametro, la cui parte sommersa può raggiungere anche 80 centimetri di altezza. La cura dei piccoli è particolarmente attenta: “li chiama a sé e dolcemente solleva le loro zampette affaticate: uno dopo l’altro i piccoli le salgono sul dorso e riposano stretti nell’abbraccio delle sue ali” (William Wordsworth in “An evening walk”).

Questa specie è minacciata dalla distruzione e trasformazione degli habitat di nidificazione e alimentazione, variazioni del livello dell’acqua nel periodo riproduttivo, bruciatura dei canneti, presenza di reti e fili di pesca, disturbo antropico e venatorio, contaminazione da idrocarburi, pesticidi e metalli pesanti ma anche dall’introduzione di specie alloctone come la Nutria. Pesca, balneabilità, navigabilità, campeggio e pic-nic svolti con senso civico e con attenzione e rispetto sia per l’ambiente che ci ospita e sia per gli altri abitanti del pianeta (altri umani compresi) porterebbero a poter usufruire correttamente anche di un area importante come questa ma invece sembra che l’unico sport praticato qui ed in molte aree del nostro territorio sia solo saccheggio, distruzione, disturbo e abbandono di rifiuti. Ricordiamoci quindi anche degli altri abitanti quando frequentiamo il Lago!

Zampe lobate