Riducimballi

Evitare la distruzione delle risorse nel creare imballi “usa e getta”

Per risolvere realmente il problema dei rifiuti non è sufficiente fare solo la raccolta differenziata, in modo da evitare che le risorse utilizzate vadano “in fumo” o a riempire discariche vecchie e nuove, ma è anche necessario intervenire a monte sulla produzione stessa. Pertanto se da un lato il consumatore può ridurre il peso dei propri rifiuti, scegliendo quei prodotti che riducono il più possibile il numero degli imballi e che utilizzano imballi “sostenibili” (es. biodegradabili, vuoto a rendere, riciclati, ecc.), dall’altro il produttore ha il dovere di uniformarsi a questa esigenza ambientale e sociale e quindi deve produrre meno imballi e utilizzare solo imballi sostenibili.

Un’organizzazione produttiva diversa quindi, che necessita però di una trasformazione culturale che riesca ad attuare nel breve tempo cambiamenti individuali e collettivi con informazione, formazione, educazione, ma anche di legislazione, economia e politiche nuove. Una modifica radicale delle nostre abitudini quotidiane ma anche di quelle dell’intera collettività per alleggerire il nostro Pianeta dai rifiuti e per evitare la distruzione delle risorse nel creare imballi che passano tra le nostre mani per pochi minuti, a volte secondi.

Un obiettivo oggi possibile anche grazie al Progetto Riducimballi, ideato e promosso dall’Ente di ricerca ambientale Ecologos di Torino (www.ecologos.it/creazione.html),  che prevede di ridurre i rifiuti alla fonte intervenendo nelle strutture pubbliche, private e commerciali per cercare ambiti in cui è possibile ridurre la produzione di rifiuti da imballaggio. “In questo modo vogliamo promuovere una nuova cultura della riduzione che non limiti le persone ma che ponga le basi per una mentalità di consumo e acquisto sostenibile” leggiamo sul sito www.riducimballi.it/Sito/index.php .

Nei negozi è infatti possibile applicare una seria riduzione dei rifiuti alla fonte perché tutti i prodotti che acquistiamo abitualmente possiedono uno o più imballi. Riutilizzare gli stessi contenitori con i quali è avvenuto l’acquisto di quel prodotto è una valida soluzione al problema degli imballaggi. Cassonetti più leggeri ma anche riduzione dell’in- quinamento e risparmio di risorse. Dal contatore presente sul sito apprendiamo che il Progetto Riducimballi ha raggiunto importanti risultati come il risparmio di circa 6 milioni e mezzo di litri di acqua, 64 mila kWh di energia, 980 chilogrammi di cartone e 1500 di plastica ed evitato l’immissione in atmosfera di 4138 kg di anidride carbonica. Risultati che contribuiscono a ridurre l’effetto dei cambiamenti climatici e quindi aiutano a raggiungere (insieme ad altre azioni) gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto.

In Europa ed in Italia, infatti, i prodotti che vengono venduti “sfusi” o “alla spina” sono molti: pasta, cereali, farine, legumi, spezie, latte, vino, acqua, detersivi, saponi, detergenti, ecc. e portano un reale beneficio all’ambiente ma anche alla vita e all’economia dell’uomo.

Una realtà che si fa strada anche in Molise, come abbiamo potuto leggere sul numero precedente de “La Fonte” a proposito della recente disponibilità di “latte alla spina” a Campobasso, ma che era già presente con i “detersivi alla spina” presso il punto vendita equosolidale “Cose dell’Altro Mondo”. Negozi “leggeri” che potranno essere trovati presto anche a Termoli: il punto vendita “Desiderio– Cuore B’io”, oltre a vendere alimenti biologici, biodinamici ed ecologici attiverà a breve la vendita di prodotti sfusi e alla spina. Esempi che potranno essere seguiti da Ristoranti e altre attività commerciali ma anche da Comuni, come prevede il Progetto Riducimballi.

Buone nuove quindi da parte di alcuni negozianti molisani; ora resta al consumatore il compito di far capire quanto apprezzi realmente ambiente e risparmio.

Per gli uccelli, per la natura, per la gente

 

 

 

 

 

 

Il sito della LIPU del Molise

© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”