Per cercare di risolvere il problema e per comportarsi un po’ più da europei è sufficiente applicare “La Regola delle 4 R” che consiste nel Ridurre, Riutilizzare, Recuperare e Riciclare.

Dobbiamo quindi riappropriarci del nostro ruolo di consumatori responsabili e critici facendo attenzione a ciò che acquistiamo comprando ciò che ci è davvero utile senza farci influenzare dalla pubblicità, preferendo prodotti “amici dell’ambiente” e con pochi imballaggi.

La nostra pattumiera accoglie una grande varietà di rifiuti che, invece, potrebbero essere gestiti separatamente con una coscienziosa raccolta differenziata:

· la carta ed il cartone costituiscono il 28% dei nostri rifiuti ed il loro riciclo permette di risparmiare dal taglio numerosi alberi (per produrre un chilogrammo di carta ne sono necessari circa 3 di cellulosa), risparmiare i consumi di acqua ed elettricità e ridurre gli inquinanti.

· il vetro costituisce il 18% dei nostri rifiuti, il suo riciclo permette di salvare molti ambienti impedendo la  realizzazione di nuove cave per il reperimento della sabbia silicea. Il vetro  può essere riutilizzato fino a 1000 volte, mentre nelle discariche resta intatto per circa 4000 anni.

· la plastica costituisce il 16% dei nostri rifiuti e la sua combustione emette nell’aria diversi contaminanti tossici mentre il suo riciclo permette di realizzare diversi oggetti come magliette in pile (con sole 10 bottiglie) e scarpe in lorica. Per degradarsi in una normale discarica impiega dai 1000 ai 2000 anni.

· L’alluminio costituisce il 4% dei nostri rifiuti, il suo riciclo permette di evitare la realizzazione di nuove cave per il reperimento della bauxite e dell’allumina. Il 70% delle caffettiere italiane sono realizzate con alluminio riciclato: sono sufficienti 37 lattine di una normale bibita per realizzarne una!

· I rifiuti umidi costituiscono il 29%, il loro riciclo permette di ottenere un ottimo fertilizzante detto compost.

Pile e farmaci costituiscono circa l’11% dei nostri rifiuti e fanno parte dei cosiddetti rifiuti speciali: rifiuti particolarmente pericolosi e tossici per la salute e l’ambiente se non vengono raccolti negli appositi contenitori e smaltiti da ditte specializzate.

Nella nostra pattumiera non entrano i rifiuti ingombranti (lavatrici, frigoriferi, forni, batterie auto, ecc.) che vanno smaltiti separatamente rivolgendosi ad un punto di raccolta autorizzato ed al proprio comune e non, come molti fanno ancora, alla propria pigrizia e incoscienza che li depositerebbe sul ciglio delle nostre strade o abbandonati nelle nostre belle campagne.

La LIPU in Molise ha inserito questo tema nelle sue proposte didattiche rivolte alle scuole per favorire lo sviluppo di comportamenti responsabili  ed uno sviluppo più sostenibile.

RIFIUTI o RIFIUTILI?

Una GRANDE RISORSA

La definizione ufficiale di rifiuto è stata data nel 1997 Il rifiuto è qualunque sostanza o oggetto di cui abbiamo deciso o abbiamo l’obbligo di disfarcene” (Decreto Ronchi – D.L. n.22), ma il significato che gli viene attribuito può essere diverso per ciascuno di noi ed è normalmente associato proprio al rapporto che abbiamo instaurato con esso.

Oggi il rifiuto è ciò che viene buttato via con troppa facilità, la nostra spazzatura è costituita da ciò che non è più utilizzabile (scarti, imballaggi, oggetti rotti, materiale scaduto), da ciò che non ci serve anche se ancora utilizzabile, da ciò che è in eccesso e da ciò che non ci piace. 

I rifiuti però costituiscono anche la risorsa del futuro da riutilizzare e riciclare, basta fare un salto indietro e guardare perché i nostri nonni producevano pochi rifiuti.

La popolazione mondiale è in continuo aumento e con essa anche la produzione di rifiuti. La gestione e lo smaltimento dei rifiuti è uno dei più grandi problemi della nostra epoca. Le discariche non bastano più mentre quelle abusive sono in forte incremento dimostrando una grave mancanza di cultura su questo tema.

In Molise si differenziano mediamente il 7% dei nostri rifiuti distanziandoci di gran lunga dall’obiettivo del 35% imposto dall’Unione Europea.

 

© Autore Angela Damiano—pubblicato sul periodico “La Fonte”

 

 

 

 

 

 

Il sito della LIPU del Molise

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